Principi della fisica classica violati dall’entanglement.
(Tratto da: Entanglement quantistico e inconscio collettivo. Seconda edizione)
Il concetto di entanglement quantistico rappresenta uno dei fenomeni più destabilizzanti per la fisica classica. Il suo stesso funzionamento infrange due pilastri del paradigma scientifico tradizionale: la località e la causalità. In altre parole, l’entanglement sfida il principio che nulla può influenzare qualcos'altro se non attraverso un contatto diretto o un segnale che viaggi nel tempo e nello spazio. Questo fenomeno ha sconvolto fisici e filosofi per quasi un secolo, ponendo interrogativi che toccano la natura stessa della realtà.
La fisica classica, sviluppata da figure come Newton e Maxwell, si basa su un presupposto fondamentale: il principio di località. Questo principio stabilisce che un oggetto può influenzarne un altro solo attraverso un’interazione fisica diretta o attraverso un segnale che si muove nello spazio. Questo segnale, secondo la teoria della relatività speciale di Einstein, non può viaggiare più velocemente della luce.
Con l’entanglement, tutto ciò sembra dissolversi. Quando due particelle sono entangled, lo stato di una è istantaneamente connesso allo stato dell'altra, indipendentemente dalla distanza che le separa. Se, per esempio, una particella si trova sulla Terra e l’altra su Marte, misurare una modifica dello stato della prima causa una corrispondente variazione nello stato della seconda, in modo immediato. Einstein, infastidito da questo paradosso, parlò di “spooky action at a distance”.
La domanda cruciale, sollevata dallo stesso Einstein, è questa: come è possibile una connessione così istantanea senza che esista un mezzo fisico o una trasmissione tra le due particelle? Per la fisica classica, questo è inconcepibile. Si tratta di una violazione evidente della separazione tra gli oggetti nello spazio.
La frattura della causalità.
Un altro elemento che l’entanglement mette in crisi è la causalità. Nella visione classica del mondo, ogni effetto ha una causa che lo precede nel tempo. Tutti gli eventi sono ordinati secondo una sequenza temporale ben definita.
Con il fenomeno dell’entanglement, questa sequenza sembra collassare. La correlazione tra le particelle non presenta un ordine causale evidente. Non è possibile stabilire quale misurazione “influenzi” l’altra; è come se i due eventi fossero simultanei e interdipendenti. Il fisico Niels Bohr accolse questa bizzarria come una naturale proprietà del mondo quantistico. Secondo Bohr, le particelle entangled non devono essere considerate separate, ma come un sistema unico e indivisibile, anche quando appaiono distanti. Per Einstein, invece, questa mancanza di causalità non era accettabile e indicava una falla teorica nella meccanica quantistica.
Ma la rivoluzione della fisica quantistica va oltre località e causalità. Altri principi classici vengono messi in discussione.
Per esempio, il determinismo, che assomiglia molto alla causalità: nella fisica classica, ogni evento è pienamente prevedibile se si conoscono le condizioni iniziali. I quanti, invece, operano sulla probabilità. Nulla è certo fino a quando non lo si osserva.
Sparisce anche il concetto di “Identità distinta” o separazione delle “cose”:: gli oggetti nella fisica classica hanno proprietà definite e indipendenti. In ambito quantistico, le particelle sembrano essere “fluide” fino al momento in cui si manifesta la misurazione.
Questa apparente rottura con l'intuizione rende l'entanglement il punto di contatto ideale per riflettere su paralleli con l'universo della mente.