Il livello non-locale
Il terzo livello dell’esistenza è il regno del non-locale. In questo livello non esiste né tempo né spazio. Viene definito non-locale perché non lo si può collocare in nessun luogo preciso. Non è né in cielo né in terra: non è dentro di noi né fuori di noi. Semplicemente, è.
È un regno virtuale che possiamo paragonare all’inconscio collettivo di Jung.
Qui le informazioni e l’energia di tutto l’universo coabitano e condividono ogni cosa. Questo livello è un campo di puro potenziale, cioè il luogo che governa tutto l’universo perché conosce tutto l’universo. (Vedi la fig. 21).
Non c’è nessuna informazione, nessuna forza e nessun potere nell’universo che non abbia sede nel regno del non-locale.
Il livello del non-locale ospita tutta l’intelligenza dell’universo e dunque organizza e governa tutto l’universo. Crea e distribuisce l’energia che plasma il mondo fisico.
Noi come c’entriamo?
Semplice, ne siamo parte. Le energie, i campi di forza, le vibrazioni di cui siamo composti, al di là di quanto percepiamo nella nostra dimensione fisica, sono parte integrante del livello della non-località, dialogano con tutto ciò che contiene, partecipano alla creazione e alla distribuzione delle energie dell’universo. Non siamo sudditi, ma partecipi della realtà non-locale.
Sulla realtà non-locale non possiamo fare molte osservazioni. Può essere utile riprendere le deduzioni del dottor Larry Dossey, uno studioso dell’argomento che ha pubblicato diversi libri sull’argomento.
Secondo il dottor Dossey la non-località ha tre caratteristiche.
Anzitutto, gli eventi che accadono nel non-locale non sono mediati. Ciò significa che non sono legati da causalità, ma ciascun evento è indipendente dagli altri, seppure possono legarsi e coordinarsi tra di loro. Proprio come gli eventi che fanno parte di una sincronicità.
Inoltre, gli eventi non sono attenuati e sono immediati, cioè la loro forza rimane la stessa (non si attenua) qualunque sia la distanza che li separa, sia nello spazio che nel tempo.
Possiamo immaginare un colloquio tra due persone, una vissuta millenni fa in Africa e una vivente oggi nell’Artide. Il colloquio si svolgerebbe come se fossero tutti e due vicini, adesso. Parlerebbero tranquillamente tra loro. La voce non dovrebbe viaggiare nello spazio, tutto accadrebbe in un eterno “assieme”. (Vedi la fig. 22).
In che modo tutto questo può essere utile per noi? Sicuramente può servirci a comprendere che molti fenomeni, come le percezioni extrasensoriali, giudicate impossibili dalla scienza che fa riferimento unicamente al livello fisico, diventano possibili a livello quantistico e ancor più a livello non-locale.
(Da: Entanglement e sincronicità)