Il carro del re Milinda. Quando il totale è maggiore della somma delle parti. (Da: Tutti i colori dell'entanglement)

Il carro del re Milinda. Quando il totale è maggiore della somma delle parti. (Da: Tutti i colori dell'entanglement)

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Il carro del re Milinda. Quando il totale è maggiore della somma delle parti.

da. Tutti i colori dell'entanglement.

Il Milindapañha è un testo buddhista composto sotto forma di dialogo filosofico, ambientato nella città di Sāgalā, odierna Siyālkoṭ, tra il monaco Nagasena e Milinda, storicamente identificabile con il sovrano indo-greco Menandro I° che regnò nel Punjab tra il 155 e il 130 a.C. circa.

 

“Il re Milinda si recò dove si trovava il monaco Nagasena e, dopo averlo salutato cortesemente e amichevolmente, gli chiese:
“Come siete conosciuto e qual è il vostro nome?”
Nagasena rispose: “Sono conosciuto come Nagasena, o re, e con tale nome i miei fratelli e i genitori mi si rivolgono."
"Mi dite che i vostri fratelli sono abituati a rivolgersi a voi come Nagasena. Ora che cos’è esattamente Nagasena? Volete dire che i capelli sono Nagasena?”
“Non dico questo, gran re.”
“O i peli del corpo?”
“Certamente no.”
“O sono le unghie, i denti, la pelle, la carne, i nervi, le ossa, il midollo, o una o tutte queste cose sono Nagasena?”
A ognuna di queste rispose di no.
“Allora la forma esterna è Nagasena o le sensazioni o le percezioni o la coscienza sono Nagasena?”
A ognuna di queste rispose di no.
“Allora, Nagasena è un suono vuoto e vano. Chi è Nagasena che vedo di fronte? È una falsità, un inganno!”
Allora il monaco Nagasena disse al re Milinda:
“Voi, Maestà, siete cresciuto nel lusso. Se camminaste su un terreno pietroso o sabbioso i vostri piedi vi procurerebbero dolore. Come dunque siete giunto, a piedi o in un carro?”
“Non sono venuto a piedi. Sono giunto in un carro.”
“Allora se siete venuto in un carro, Maestà, spiegatemi cosa esso è. Sono i cavalli il carro?”
“Non ho detto questo.”
“È l’asse il carro?”
“Certo che no.”
“Forse le ruote o le corde o il telaio o il giogo o i raggi delle ruote o il pungolo sono il carro?”
A tutte queste domande rispose di no.
“Allora qualcosa esterna a loro è il carro?”
Rispose ancora di no.
“Allora, carro è un suono vuoto e vano. Con quale carro sareste giunto? È una falsità ciò che avete detto, un inganno! Perché dite cose false?”
Poi chiamò i Greci ed i monaci come testimoni, dicendo:
“Milinda il re ha detto di essere venuto con un carro. Ma quando gli è stato chiesto di spiegare cosa fosse un carro, è stato incapace farlo."
I Greci e i monaci applaudirono, e dissero al re:
“Ora, Maestà, rispondete se ne siete capace!”
Milinda il re rispose a Nagasena, dicendo:
“Io non ho detto nessuna falsità, venerabile signore. L’insieme di tutte queste cose - i cavalli, l’asse, le ruote, il telaio, le corde, il giogo, i raggi ed il pungolo – indica la designazione comune di carro."
“Molto bene! Sua maestà ha esattamente capito il significato di carro. Del pari, è l’insieme di tutte quelle cose che voi mi chiedeste in precedenza, capelli, unghie, denti, percezioni, sentimenti e coscienza, che indica Nagasena.”

 

Dunque, che cosa è in realtà il carro? I materialisti direbbero che non c'è carro senza le singole parti. Le parti sono l'intero, e il carro esiste solo come un fatto accessorio, un epifenomeno la cui presenza o assenza non incide sull'esistenza delle parti. Il fatto che le parti, complessivamente, vadano a costituire un carro è del tutto casuale.

In una visione più spirituale diremmo che le singole parti acquistano un senso solo quando, aggregate con intelligenza, danno forma al carro, allo stesso Nagasena, e a ogni altra cosa esistente nell'universo. Tuttavia, ogni insieme di parti logicamente assemblate richiede un progetto intelligente che va ben oltre l'inerzia dei materiali che lo compongono.