Il concetto di Flusso, cuore della teoria bohmiana.
David Bohm, fisico e pensatore visionario del XX secolo, fu un outsider nel panorama scientifico del suo tempo. Le sue idee, spesso in anticipo sui tempi, si collocano al crocevia tra fisica, filosofia e una visione profondamente unitaria della realtà. Tra i tanti nuclei del suo pensiero, il concetto di "flusso" occupa una posizione centrale. Non è solo un concetto fisico ma anche un’idea metafisica che permea tutte le sue riflessioni, dall’olomovimento all’interpretazione della meccanica quantistica.
Bohm sviluppò le sue teorie negli anni successivi alla Seconda Guerra Mondiale, un periodo in cui la meccanica quantistica rivoluzionò la nostra comprensione dell’universo. Fisici come Niels Bohr e Albert Einstein animarono un intenso dibattito filosofico sulle implicazioni della fisica quantistica. Bohm si inserì in questo dibattito con un approccio che sfida tanto il paradigma dominante quanto il pensiero riduzionista della scienza del suo tempo.
La sua teoria del "flusso" trova la sua radice in questo contesto. Bohm riteneva che i modelli scientifici tradizionali frammentassero la realtà in parti indipendenti. Egli proponeva invece un approccio olistico. L’universo, per Bohm, non è solo un aggregato di singoli fenomeni ma un tutto in costante movimento. Flusso e interconnessione diventano i paradigmi centrali per comprendere ogni cosa.
Nascita ed evoluzione del concetto di frammentazione.
Tra le idee centrali di Bohm emerge il concetto di flusso, una chiave per comprendere la realtà come interconnessione dinamica e indivisibile. Questa idea si oppone al paradigma dominante della frammentazione, radicato nel pensiero occidentale sin dai tempi di Cartesio e Newton. Per Bohm, la realtà non è composta da pezzi separati, ma da un "movimento totale", un’unità fluida che sfida il rigido dualismo del pensiero classico.
Il modello frammentato della realtà nasce con l’avvento del pensiero moderno. Nel XVII secolo, pensatori come René Descartes e Isaac Newton ristrutturano la visione cosmica di stampo medievale. Cartesio, attraverso il suo dualismo, separa nettamente la mente dal corpo, l'uomo dalla natura. Questa divisione conduce a una visione analitica e atomistica, dove il compito della scienza diventa smontare il mondo nei suoi costituenti fondamentali.
Newton sviluppa questa visione con la sua meccanica universale. Il cosmo viene descritto come un gigantesco orologio deterministico, in cui ogni elemento si muove secondo leggi ben definite. Questa prospettiva, pur potentemente predittiva, comporta una visione materialistica della realtà. Gli oggetti diventano indipendenti e isolati, la totalità svanisce. La frammentazione non è più solo un metodo scientifico, ma un filtro culturale che penetra ogni aspetto della società occidentale.
Il XX secolo porta una rivoluzione. L’avvento della teoria quantistica e della relatività generale frantuma le certezze del determinismo classico. Scienziati come Werner Heisenberg, con il principio di indeterminazione, e Niels Bohr, con la complementarità, mettono in discussione l’idea che le particelle siano entità isolate con caratteristiche definite. Allo stesso modo, la relatività di Albert Einstein mostra che lo spazio e il tempo sono strettamente intrecciati, dinamici, plasmati dall’energia e dalla materia.
David Bohm si inserisce in questo contesto. Insoddisfatto delle limitazioni matematiche della teoria quantistica standard, elabora una sua interpretazione alternativa. Nel celebre "potenziale quantico", Bohm offre una visione dove le particelle non sono entità separate, ma manifestazioni di una totalità profonda. Da queste riflessioni nasce uno dei suoi concetti più potenti: il flusso indivisibile.
Secondo Bohm, il concetto di flusso rappresenta il tessuto dinamico della realtà. Egli introduce il termine “olomovimento” per descrivere questa matrice fluida e in continua evoluzione. "Holos" significa tutto, intero; "movimento" sottolinea il suo carattere dinamico. Per Bohm, l’olomovimento contiene tutto ciò che esiste ed è la base sia del visibile che dell’invisibile.
Un modo per comprendere questa idea è attraverso la metafora dell’ologramma. Un ologramma è una figura tridimensionale creata da laser, dove ogni frammento contiene l’immagine dell’intero. Analogamente, nell’universo di Bohm, ogni elemento rimanda al tutto. Non vi è separazione reale tra le parti: ogni fenomeno è parte del medesimo flusso vivente e indiviso.
Bohm critica aspramente la frammentazione che caratterizza non solo la scienza, ma anche la società, la cultura e la politica. La frammentazione, secondo lui, è responsabile di conflitti, alienazione e crisi ecologiche. La sua visione richiede un’inversione di paradigma, una riconciliazione tra uomo e mondo. In un’intervista del 1985, Bohm afferma:
"Il nostro modo di pensare frammentario sta distruggendo il pianeta. Vedere la realtà come un tutto integrato è essenziale per sopravvivere."
Le idee di Bohm trovano eco in altre visioni sistemiche e integrative. La teoria della complessità, ad esempio, guarda i sistemi naturali come reti interdipendenti. In filosofia, parallelismi emergono con la “process philosophy” di Alfred North Whitehead, che considera la realtà come un continuo divenire piuttosto che un insieme di oggetti stabili. Anche la teoria di Gaia di James Lovelock immagina il pianeta come un organismo vivente. In letteratura, autori come Hermann Hesse o Italo Calvino, con il loro stile simbolico, intuiscono che la realtà è fatta di connessioni profonde, non separazioni arbitrarie.
Il concetto di flusso non è una novità assoluta. Bohm si rifà a tradizioni filosofiche e spirituali antiche. Nella filosofia orientale, in particolare nel Taoismo, l’idea del "Tao" come corrente universale di energia è straordinariamente affine all’olomovimento. Anche Eraclito, nella Grecia antica, aveva affermato: "Panta Rhei," tutto scorre. Queste intuizioni, riscoperte nel XX secolo, alimentano la visione di Bohm.
Per Bohm, il flusso è più di un concetto fisico. È una metafora potente per riconsiderare la realtà, la scienza e la nostra stessa identità. La sua visione non si limita alla fisica, ma si estende alla consapevolezza umana e alla possibilità di un mondo più armonioso.
Riconoscere l’universo come un flusso continuo richiede coraggio intellettuale. Implica l’abbandono delle vecchie certezze della frammentazione e l’apertura a un dialogo tra scienza e spiritualità. Nel mondo complesso e interconnesso di oggi, le idee di Bohm risuonano con forza. Esse ci ricordano che, ogni volta che spezzettiamo la realtà, ne perdiamo il significato. Ma se ci immergiamo nel fiume del tutto, diventiamo parte del movimento integro, indivisibile, eterno.